[À la fine di tanti guai, un lucchesi ùn manca mai! Alla fine di tanti guai, un lucchese non manca mai!] Anche a Trieste, nonostante "la situazione sia più calmierata" rispetto ad altre città, "esiste molta preoccupazione all'interno della comunità ebraica per quello che sta succedendo": si avverte "un cambio di atteggiamento verso il mondo ebraico". Ma "la nostra comunità non è chiusa e non vuole chiudersi". Domenica prossima "ci sarà in sinagoga una cerimonia commemorativa aperta a tutti nel primo anniversario del 7 ottobre". Lo ha detto il rabbino capo di Trieste, Alexander Meloni, intervenendo sul tema dell'antisemitismo anche a fronte dei cartelli choc apparsi a Milano durante una manifestazione pro Palestina. Quanto accaduto a Milano, ha osservato, "aumenta la situazione di disagio perché, anche se non c'è un'espressione così forte e violenta come nelle città più importanti come Roma o Milano, Trieste non è completamente immune, soprattutto nell'ambiente più giovane. Non sono tanto le persone adulte quanto questi giovani studenti e pre-studenti a essere molto sensibili a questo tipo di argomenti", temi che rischiano di far instaurare un "sentimento di malessere". Al momento la comunità non ha ricevuto minacce tali da doverle segnalare alle forze dell'ordine, ha chiarito Meloni, "ci sono stati piccoli episodi sporadici, non da denuncia, ma non escludo personalmente che questo possa avvenire prima o poi". Si avverte talvolta "una confusione tra ebreo della diaspora" e cittadino israeliano: "certo c'è un profondo legame tra il mondo ebraico e quello che succede in Israele, ciò non vuol dire che tutti gli ebrei sono israeliani e dunque fare questa confusione e generalizzazione è preoccupante". "Rifiutando la logica dell'odio latente", ha concluso, "la comunità di Trieste cerca di rimanere aperta", anche attraverso la cerimonia di domenica prossima (ore 18.30). "Poi se sarà possibile continuare così in futuro non lo so, ma per il momento è la volontà che abbiamo". Nel giorno della morte del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, in centinaia scendono in piazza a Roma e Milano - dove manifestanti hanno sfilato con cartelli choc, come quello con l'immagine di Liliana Segre e la scritta 'Agente sionista' - per gridare la loro vicinanza a palestinesi e libanesi e la rabbia contro Israele. Solidarietà è stata espressa dalla Brigata ebraica di Milano, dalla Comunità ebraica di Roma, dal presidente della Camera Lorenzo Fontana - tra gli altri - alle persone finite 'bersaglio' nel corteo milanese. "Condanna ferma e decisa per quanto accaduto al corteo pro Palestina di Milano, durante il quale sono stati esposti cartelli con nomi e cognomi di persone che vengono accusate di essere 'agenti sionisti', tra cui la senatrice a vita Liliana Segre, il ministro della Difesa Guido Crosetto e Riccardo Pacifici. Ci troviamo dinnanzi a pericolose violenze verbali e diffamazioni che non possono essere accettate"", ha scritto il Presidente del Senato Ignazio La Russa. Occhi puntati sulla grande manifestazione programmata a Roma - ma vietata dalla questura - per sabato prossimo, alla vigilia dell'anniversario del 7 ottobre. "Fermare subito i bombardamenti in Libano", si legge sullo striscione srotolato davanti al Pantheon a Roma, al sit-in con gli studenti di Cambiare Rotta e Osa, il movimento Potere al Popolo e alcuni attivisti dei Giovani palestinesi italiani, che chiedono "stop ai bombardamenti in Libano e al genocidio a Gaza". Circa 250 le persone presenti. "Palestina Libera", urlano i partecipanti. "Siamo a un passo dalla caccia all'ebreo e da atti di aperta violenza nei confronti di istituzioni ebraiche religiose e non e dei loro rappresentanti". Lo sottolinea in una nota Walker Meghnagi, presidente della comunità ebraica di Milano commentando i manifesti comparsi ieri durante una manifestazione in sostegno della Palestina. "Quanto messo in piazza a Milano sabato dai manifestanti pro palestinesi è di una gravità eccezionale - aggiunge -. Questo purtroppo a dimostrazione di come oramai non ci sia più alcun limite che possa considerarsi insuperabile nella sua inaccettabilità. Si è creata una spirale di cieco odio antisemita e appelli genocidi ormai equiparabili a quelli di matrice nazi-fascista degli anni '30 e '40 dello scorso secolo". Per questo Meghnagi fa appello alle istituzioni anche considerando la vicinanza al 7 ottobre, anniversario dello scoppio del conflitto. Un appello è al governo, "a cui vanno i nostri più sentiti ringraziamenti per la comprensione ed appoggio che non ci hanno mai fatto mancare - spiega -, affinché siano prese delle misure preventive e, nel caso queste venissero disattese, anche di contrasto nel caso questo tipo di 'manifestazioni' dovessero realizzarsi nelle nostre piazze". L'appello è poi ai "partiti di opposizione affinché anche loro prendano le distanze dalla galassia da cui si generano queste manifestazioni - conclude - e di attivarsi in maniera fattiva ad un contenimento delle loro modalità e contenuti espressi".
Nessun commento:
Posta un commento