giovedì 4 settembre 2025

100 eurodeputati confusi

[I felici sono felici per il possesso della giustizia e della temperanza e gli infelici, infelici per il possesso della cattiveria. Socrate] Cento deputati al Parlamento europeo, appartenenti a quasi tutti i gruppi politici, hanno firmato l’interrogazione scritta presentata da Sandro Ruotolo (SD – PD) che chiede all’Alto Rappresentante per la politica estera europea Kaja Kallas di fare pressioni per spingere le Nazioni Unite a creare una commissione internazionale d’inchiesta sugli attacchi contro i giornalisti a Gaza e la creazione di meccanismi di protezione internazionale per i reporter che operano nelle zone di conflitto.  Stando a quanto si legge in un comunicato, l’iniziativa è nata dopo i due gravissimi attacchi di agosto: il bombardamento del 10 agosto che ha ucciso sei giornalisti di Al Jazeera presso l’ospedale Al-Shifa, e quello del 25 agosto al complesso medico Al-Nasser di Khan Younis, in cui hanno perso la vita altri cinque cronisti. L’interrogazione, presentata da Ruotolo e co-firmata, come secondo firmatario da Nicola Zingaretti, capo delegazione del PD al Parlamento europeo, è stata consegnata simbolicamente con le 100 firme a Yousef Khader Habache, rappresentante europeo del Sindacato dei giornalisti Palestinesi e a Shuruq As’ad giornalista e membro del sindacato. Nella nota si ricorda che dal 7 ottobre 2023, 247 giornalisti e operatori dei media palestinesi sono stati uccisi, pari al 13% dei giornalisti di Gaza, tra cui 34 donne. Oltre 520 sono rimasti feriti e più di 800 familiari di cronisti hanno perso la vita. Circa 1.700 giornalisti della Striscia sono stati costretti a sfollare più volte e 800 di loro vivono e lavorano in tende o ospedali senza elettricità, acqua e internet. Sono stati registrati 206 giornalisti arrestati, di cui 55 ancora detenuti. In Gaza l’esercito israeliano ha distrutto 115 testate e redazioni giornalistiche con bombardamenti e attacchi di carri armati. In Cisgiordania e a Gerusalemme ha chiuso cinque media e distrutto o sigillato 12 tipografie. Il presidente Usa Donald Trump starebbe esercitando forti pressioni su Benyamin Netanyahu affinché Hamas venga sconfitto rapidamente, addirittura nel giro di due settimane. Lo rivela Channel 12 citando una fonte molto qualificata che spiega i motivi per i quali il primo ministro sta spingendo per la conquista di Gaza e non voglia discutere nella riunione di questa sera la proposta dell'accordo sugli ostaggi. In privato - riferisce la tv israeliana - "Trump ritiene che Hamas non restituirà i rapiti: li userà per sopravvivere. E fatica a comprendere perché non si possa piegare Hamas in tempi brevi".Il capo di stato maggiore Eyal Zamir ha commentato l'eliminazione del portavoce di Hamas Abu Obeida, minacciando di colpire anche i leader del gruppo che risiedono all'estero. "Ora la maggior parte della leadership di Hamas risiede all'estero, arriveremo anche a loro". Attualmente in Qatar e in Turchia si trovano diversi leader di Hamas, tra cui Khaled Meshaal, Khalil al-Hayya e Razi Hammad."Il nemico israeliano si è spalancato le porte dell'inferno uccidendo il primo ministro e i ministri a Sanaa. La nostra risposta sarà dura e dolorosa, con opzioni strategiche efficaci e forti". È la minaccia lanciata questa sera dal capo di stato maggiore degli Houthi, Mohammed al Ghamari. In precedenza il gruppo che controlla la maggior parte dello Yemen ha fatto sapere che il ministro della Sanità, colpito giovedì scorso dall'attacco dell'Idf, è morto per le ferite riportate nel raid israeliano.  L'Onu ha annunciato stasera l'arresto di almeno 11 dei suoi dipendenti da parte dei ribelli Houthi nella capitale Sana'a e Hodeida, città controllate da insorti filo-iraniani. "Almeno 11 membri dello staff delle Nazioni Unite sono stati arrestati", ha dichiarato in un comunicato l'inviato dell'Onu per lo Yemen, Hans Grundberg.    L'Onu, ha aggiunto, "condanna la nuova ondata di arresti arbitrari di membri dello staff delle Nazioni Unite effettuata oggi a Sana'a e Hodeida da Ansar Allah (nome ufficiale degli Houthi, n.d.r.), nonché l'irruzione nei locali delle Nazioni Unite e il sequestro di proprietà delle Nazioni Unite".


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