lunedì 16 settembre 2024

Houthi rischiano

[Una voce nelle vene degli amanti del tramonto infuocato che pulsa in un altra leva della lo disperazione e dai dolori , e sussurra altre nostre membra: la ruggine della vita e del mondo e nel mondo si cancella con questo sudore. Adonis] Quindici organizzazioni umanitarie, tra cui Save the Children, chiedono pressioni internazionali per un cessate il fuoco immediato, un embargo sulle armi e la fine dell'ostruzione sistematica degli aiuti da parte di Israele, sostenendo che Israele sta impedendo all'83% degli aiuti alimentari necessari di arrivare a Gaza. Nel 2023 si fermava solo il 34% delle merci.     "Questa riduzione - si dice in un appello - significa che le persone nella Striscia sono passate da una media di due pasti al giorno a un solo pasto a giorni alterni. Si stima che entro la fine dell'anno circa 50.000 bambini di età compresa tra 6 mesi e 5 anni necessiteranno urgentemente di cure per la malnutrizione".     "Nuovi dati hanno rivelato l'entità dell'ostruzione degli aiuti e il conseguente drastico calo dei rifornimenti che entrano a Gaza - dicono -. Ciò sta provocando un disastro umanitario, con l'intera popolazione della Striscia che affronta fame e malattie e quasi mezzo milione di persone a rischio di morire di fame.     Mentre gli attacchi militari israeliani si intensificano, per quasi un anno è stato sistematicamente bloccato l'ingresso di cibo salvavita, medicine, forniture mediche, carburante e tende nella Striscia.     I dati raccolti dalle organizzazioni che operano nella Striscia rilevano che, a causa dell'ostruzione israeliana, a Gaza manca il 65% dell'insulina necessaria e la metà della fornitura di sangue, e la disponibilità di articoli per l'igiene è scesa al 15% rispetto alla quantità disponibile nel settembre 2023. Un milione di donne si trovano ora senza i prodotti per l'igiene di cui hanno bisogno.     Rimangono operativi solo circa 1.500 letti di ospedale rispetto ai circa 3.500 posti letto del 2023. L'esercito israeliano rende noto di aver attaccato l'ex scuola Ghazi Al-Shawa di Beit Hanoun, nel nord della Striscia, dove si nascondeva un gruppo di terroristi di Hamas che aveva allestito un centro di comando per lanciare attacchi missilistici. Secondo i media palestinesi, la scuola veniva usata come rifugio per gli sfollati di Gaza. L'Idf afferma di aver preso misure per mitigare i danni ai civili durante l'attacco e accusa Hamas di utilizzare "sistematicamente" siti civili per scopi terroristici. "La situazione nel nord di Israele non continuerà ad essere tale: faremo tutto il necessario per riportare alle loro case i residenti sfollati. Io mi impegno a farlo, il governo si impegna. Non ci accontenteremo di qualcosa di meno", ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu alla riunione di gabinetto riferendosi agli attacchi di Hezbollah dal Libano cominciati l'8 ottobre che hanno costretto centinaia di migliaia di civili a evacuare. Netanyahu ha affermato che Hamas ha già visto la determinazione israeliana. Gli Houthi hanno rivendicato il lancio di un missile verso il centro di Israele. “Finché l’aggressione di Israele continuerà nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, Israele dovrebbe aspettarsi il peggio” lo ha detto una fonte di alto livello del gruppo Houthi dello Yemen all’agenzia si stampa libanese Al-Mayadeen, dopo il lancio di un missile verso il centro dello Stato ebraico. “Lo Yemen sta promettendo una lunga guerra con il nemico israeliano, utilizzando tattiche diverse, e sta consolidando le sue capacità militari su questa base”, ha aggiunto la fonte. Secondo quanto spiegato, lo Yemen continuerà a colpire punti di interesse a Tel Aviv e in altre aree di Israele, secondo la “banca di obiettivi strategici” in possesso degli Houthi. “Lo Yemen non si accontenterà di un obiettivo israeliano e questo costituisce una minaccia diretta per l’intero paese”, ha affermato la fonte. Il movimento Houthi dello Yemen “avrebbe dovuto sapere ormai che esigiamo un prezzo elevato da chiunque provi a farci del male. Chiunque abbia bisogno di un promemoria è il benvenuto a visitare il porto di Hodeidah”, è quanto ha detto oggi il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu commentando il lancio di un missile dallo Yemen verso il centro di Israele, rivendicato dagli Houthi.


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