mercoledì 7 agosto 2024

Fine di un amore

[Dicono che ci siano solo due posti dove il comunismo funziona: in cielo, dove non ne hanno bisogno, e all'inferno, dove ce l'hanno già. Ronald Reagan] A seguito dell’avvenuta cessazione del rapporto contrattuale con aeroitalia, Asc propone ai sindacati un incontro finalizzato alla condivisione di alcuni aspetti relativi alle possibili ricadute occupazionali presso gli scali di Palermo e Catania, il sette e l’8/8/2024 ci sarà la riunione alle 17,00. Se convochi i sindacati il sette e l’otto agosto vuol dire la situazione è grave. Tavoli separati come tradizione. Strano che aeroitalia ha deciso di iniziare a fare autoproduzione, non registriamo disservizi degni di nota, non abbiamo mai dimenticato passeggeri agli imbarchi (cosa successa a Gh con easyJet), ne abbiamo  dimenticato 74 bagagli nella stiva posteriore (successo ad Aviapartner Palermo). Durante l’incontro i sindacati dovrebbero chiedere ad Asc a quanto ammonta il debito di aeroitalia e cosa si sta facendo per recuperarlo. Ma quanti sono i debiti di Asc, di sicuro non possiamo dare la colpa ai dipendenti, ma sicuramente a una gestione molto approssimativa.   Aeroitalia grazie ad un controllo attento dei costi  presenta un utile pari a € 6,72 milioni che rappresenta il 14,27% dei ricavi.  L’assemblea dei soci ha già deliberato di reinvestire integralmente gli utili di esercizio sulla crescita della flotta per cui sono stati firmati ulteriori contratti di leasing operativi. Il totale della flotta entro fine 2024 sarà pari a 10 aeromobili.  Se Asc ha partecipato alla gara d’appalto per l’aggiudicazione della sala vip a Punta Raisi e se vorrà partecipare al bando per il cargo. Sarà la solidarietà, la cig a fare compagnia in inverno  ai dipendenti di Asc? Sarà Asc ad anticipare la somma per gli ammortizzatori social? Se si ben venga. Questa storia sembra una ripicca di Max, quello che prima era con noi, e che oggi è con aeroitalia.  Probabilmente ha conti in sospeso con Asc. Max sa benissimo che l’autoproduzione costa tanto, eppure a Catania e Palermo aeroitalia ha deciso, ma solo in questi due scali dove è  presente Asc. E i numeri parlano chiaro: il fatturato 2021 è di appena 65.260 euro; sembravano troppi i 21 dipendenti dichiarati per operare a Punta Raisi, visto anche il silenzio di Enac rispetto alle perplessità sollevate da alcuni concorrenti, è formalmente irregolare. Così come lo sarà la successiva ottenuta per Fontanarossa. Con una serie di sliding doors molto fortunata. Questa, in estrema sintesi, la sequenza. Ma forse è il caso di citare la Sicilia, con l’articolo di Mario Barresi, del 25 ottobre scorsoIl 13 aprile 2021 Enac accoglie la richiesta di Sac per la “limitazione dell’accesso ai servizi di assistenza a terra” ai tre handler presenti (Gh Catania, Aviation Services e AviaPartner Sicily) per un anno “per il superamento della fase emergenziale. Il successivo 5 luglio lo stesso Ente nazionale  per l’aviazione civile emana un’ulteriore circolare che estende lo stesso stop di Catania (e Bergamo) a tutti gli scali nazionali per un anno, termine poi ridotto al 31 dicembre 2021. Ma pochi giorni prima, il 22 dicembre, arriva il dietrofront: Alessio Quaranta, direttore generale di Enac, annulla le precedenti limitazioni; anche quelle specifiche per le due società aeroportuali, che “nel caso in cui ritengano ancora sussistenti le ragioni a fondamento di tali richieste, dovranno presentare nuova autonoma istanza di limitazione”. Intanto, da marzo 2022 Asc Handling, facendo “ponte” con la licenza ottenuta a Palermo, è attiva a Fontanarossa. Il 31 maggio la Sac richiede a Roma una nuova limitazione ad hoc: “congelare” i prestatori di servizi di terra attivi. Il 15 dicembre Enac chiude il cerchio: circoscritti gli operatori, in tutto quattro per le attività principali, “autorizzati a svolgere in via esclusiva in servizi a terra, per la durata di sette anni”. Così, legittimamente, Asc Handling sfrutta una “finestra” di pochi mesi per infilarsi dentro l’aeroporto di Catania. Dove nessun altro concorrente potrà entrare fino al 2030. E si concretizza il presidio sotto il Vulcano, sfumato qualche anno prima quando l’allora plenipotenziario della Camera di Commercio del Sud-Est, Pietro Agen, assieme al dirigente enac Vincenzo Fusco prova a introdurre Asc in aeroporto. L’ad Nico Torrisi, raccontano, fece come un pazzo”. Ma oggi tutto è cambiato. Nato a Messina nel 1965, ha girato il mondo come consulente di molte compagnie aeree, fino a fondarne una sua con i capitali dell’imprenditore boliviano German Efromovich e del banchiere francese Marc Bourgarde. In mezzo anche una carriera da docente universitario a contratto, culminata con l’ingresso nella Struttura di missione per valutare i costi-benefici delle grandi opere, fra i 14 esperti dall’allora ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli. Proprio in quell’occasione emergono le ombre del passato di Intrieri. Come l’accusa di essersi appropriato di 429mila euro, da amministratore delegato di Gandalf, mini-compagnia aerea di Parma, per “vantaggio patrimoniale personale”. In aula Intrieri confessa che quei soldi “sono serviti per appianare i miei debiti con Banca Intesa. La vicenda risale al 2003 e si chiude nell’autunno 2017 con la sentenza della Cassazione: confermata la condanna a 3  anni e 6 mesi, ridotta a 2 anni e 4 mesi con le attenuanti generiche e cancellata dall'indulto del 2006. Ma l’indimenticabile ministro Toninelli se lo tiene. Affidandogli dossier delicati. “Il contratto dell’Air Force Renzi l’ho smontato io”, si vanterà il manager messinese. È proprio quella di Intrieri la prima compagnia importante a credere in Asc. E così, mentre Aeroitalia viene cacciata da Forlì (“per gravi e continue inadempienze del vettore”, spiega la società di gestione dello scalo elencando “ritardi, cancellazioni, rimborsi e riprotezioni su altri voli), in Sicilia, accolta con le fanfare del governo, entra ovunque: Palermo e Trapani, poi Comiso. E infine Catania, dove Sac bolla come “fake news”la notizia rivelata da SudPress: 3,2 milioni come “contributo marketing” ad Aeroitalia. L’ad Torrisi - difeso a spada tratta da Schifani anche contro chi, come il sindaco di Catania, Enrico Trantino, invocava le sue dimissioni - chiarisce che “non si tratta di un affidamento diretto, ma di un contributo, triennale e riferito a Comiso, con una procedura trasparente, come per altre compagnie”». Il dato di fondo è che, ovunque e comunque operi, Aeroitalia si affida sempre ad Asc  Handling per gestire i servizi di terra. Il mondo è cambiato. Ma il sistema no. Magari s’è raffinato, fino a un certo punto. E così, ad esempio, in liste piene zeppe di sindacalisti e parenti (e affini) di sindacalisti, si scopre che Sara Bonfiglio, figlia di Paolo Bonfiglio, direttore Enac a Palermo, è stata assunta a tempo indeterminato in  Asc Handling a Catania. E qui torna quella foto con la torta a Palermo: Di Palma, arbitro della concorrenza nel settore, presente alla festa della nuova arrivata. I vertici di Enac saranno liberissimi di ricevere ministri azeri e di passare le vacanze in barca con chi vogliono, ma qui si parla di un principio basilare. Corona trova la sua dimensione all’aeroporto di Lampedusa. Dove fa assumere il figlio. E diventa “post holder Movimento e Terminal”. Con questo ruolo, il 24 agosto 2020, riceve una nota molto confidenziale da Nunzio Pinelli, avvocato di fama già socio del governatore nel prestigioso studio Pinelli-Schifani. L’oggetto della lettera è il caso Nautilus, l’azienda palermitana che gestiva il deposito carburanti dell’aeroporto prima di essere travolta da una bufera giudiziaria con il sequestro del sito per gravi inadempienze. “Caro Paolo, ho letto le carte ed insisto per una soluzione concordata che risolva una questione che rischia, altrimenti, di incancrenirsi”. Parla del contenzioso aperto dall’allora presidente di Ast, Gaetano Tafuri, che ha denunciato i vertici di Enac, consegnando un audio compromettente ai pm di Agrigento, per le minacce di revoca della concessione aeroportuale se non avesse accettato la proroga del rapporto con Nautilus. L’inchiesta giudiziaria è a buon punto. Ma di recente Enac ha riconvocato, come se nulla fosse, la ditta palermitana al tavolo per programmare la prossima stagione dello scalo di Lpm. La strada illustrata da Pinelli al “caro Paolo” nel 2020 è “la gestione avio ad Ast e la concessione altri carburanti a Nautilus”. Sarà la stessa prospettata da Enac alla società ripescata e ad Ast ora “normalizzata”? Staremo a vedere. Intanto Corona, come dicono a Palermo, “spatulìa” a Punta Raisi. Manager della “compagnia di bandiera” regionale, legatissimo agli emergenti di Asc fino a fare assumere il figlio, consulente di Gesap. E soprattutto, dopo una campagna elettorale sui social per la meloniana agrigentina Giusi Savarino, fiduciario di Schifani per molte vicende aeroportuali. Ne sentiremo parlare. È lui il nuovo che avanza, il simbolo di potentati silenziosi e sempre più ingombranti.Che hanno anticipato, per certi versi, il progetto accarezzato dagli ultimi presidenti della Regione: una regia unica per tutti gli aeroporti siciliani. Oggi Asc Handling è un operatore leader. E il recente contratto con Ita Airways(45 tratte servite fra Palermo, Catania e Trapani) rappresenta la gallina dalle uova d’oro. Gli scali siciliani sono gli unici che l’ex Alitalia affida a Asc. Partecipando ai due eventi, a Punta Raisi e a Fontanarossa, con torte e spumante per festeggiare la nuova era. Emblematiche le due foto, diffuse sui social delle società di gestione. In entrambe campeggia il sorriso di Coraci: nella prima è accanto a Giovanna Candura, presidente di Sac; nella seconda c’è un parterre di rilievo: oltre al presidente di Gesap, Salvatore Burrafato, ci sono anche il sindaco Roberto Lagalla, socio forte dell’aeroporto, e addirittura il presidente di Enac, Pierluigi Di Palma. Due le domande che si sono posti, subito, a Palermo. La prima: che ci fa addirittura Di Palma per un semplice passaggio di consegne fra la vecchia Gh e la nuova Asc? E, soprattutto, la seconda: cosa hanno da festeggiare Burrafato e Lagalla, visto che l’azienda che ha perso la commessa, Gh Palermo, è partecipata al 20% proprio da Gesap? Ma c’è dell’altro. Perché a Palermo Asc Handling recluta un altro dipendente che non passa inosservato: Bruno Corona, addetto di scalo, figlio di Paolo Corona, classe 1956, country manager di Aeroitalia. A questo punto, al di là del fatto che non c’è alcuna norma che vieti ai privati di assumere a loro piacimento, la faccenda si fa più interessante. E intrecciata. Tutto, appunto, ruota attorno alla figura di Corona. Il cui figlio è sposato con la figlia di Daniela Di Ferro, componente del gabinetto del governatore Schifani. Funzionaria regionale di lungo corso, già nello staff dell’ex assessora forzista Bernardette Grasso, la consuocera di Corona è sorella di Mario Di Ferro, chef palermitano noto alle cronache per l’accusa di essere il pusher di Gianfranco Miccichè e il protagonista dello scandalo-cocaina nella Palermo bene. “Ma Daniela, per il presidente, è una persona di fiducia: intoccabile”, raccontano a Palazzo d’Orléans.



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