martedì 20 agosto 2024

A rischio asset russi

[Ho voglia di partire. Un viaggio vero. Un viaggio in macchina, con una ragazza. Dovrebbe essere lungo, almeno sei, sette ore. Starei zitto, ascolterei la musica in silenzio. Parlerei solo quando c’è proprio bisogno di dire qualcosa. Ogni tanto, magari, se mi viene le stringerei la mano. Andrei a sud. Magari in Calabria, a Tropea, dove sono stato una volta da ragazzo.Vasco Rossi, La versione di Vasco, 2011] Il Ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, ammette le difficoltà nel formulare la proposta sull’uso degli extraprofitti dagli asset sovrani russi immobilizzati. Parla di “difficoltà tecniche”, mentre sottolinea “l’intesa politica” a cui sono giunti i ministri delle finanze dei Sette Grandi. Ed è fiducioso che per il vertice dei Capi di Stato e di Governo possa essere messa nero su bianco una proposta dettagliata “con il marchio G7”. A questo ha portato la ministeriale di Stresa, sotto la presidenza italiana, sul tema della due giorni che ha più tenuto banco nelle discussioni. Presente ai lavori, come ospite, il ministro delle finanze Ucraino, Serhiy Marchenko, che si è detto “soddisfatto” dei progressi registrati. Il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, dal canto suo, ha posto l’accento sulla necessità di individuare una soluzione che abbia “basi legali solide” e di evitare rischi di indebolimento del sistema monetario. Nel comunicale finale che riporta la posizione ufficiale del G7 Finanze, si sottolinea che i ministri e i governatori “accolgono con favore la decisione dell’Unione europea di indirizzare i profitti straordinari derivanti da asset sequestrati alla Russia a beneficio dell’Ucraina”. Si ricordano i progressi fatti in vista della presentazione di una proposta al G7 dei leader e si riafferma che, “coerentemente con i nostri rispettivi sistemi legali, gli asset russi nelle nostre giurisdizioni resteranno sequestrati fino a quando la Russia pagherà i danni che ha provocato in Ucraina”. In particolare, le discussioni, come ha spiegato Giorgetti, si sono incentrate “l’utilizzo futuro dei proventi dagli asset” a partire dal 2025, purché per il 2024 i Paesi europei hanno già trovato la soluzione. Obiettivo, garantire per i prossimi 2-3 anni all’Ucraina il sostegno necessario “di cui ha assoluto bisogno” per coprire il gap di bilancio, escluse le spese per la difesa. Quindi, raggiunta a Stresa “l’intesa politica”, si lavorerà nelle prossime settimane per definire “gli aspetti tecnici” con basi legali solide. Difficoltà non mancano, considerando la diversità di posizione tra Paesi europei e Usa: la prima che considera l’uso degli extraprofitti degli asset, la seconda che guarda all’uso degli stessi asset. Ma “ciascuno deve fare la sua parte. Sarà chiaramente una proposta con il marchio G7 e per questo la condivisione degli oneri deve essere bilanciata”. Alla ministeriale di Stresa era presente anche il segretario del Tesoro Janet Yellen, che sembra aver aperto a possibili modifiche. “La proposta Usa è flessibile e pragmatica – ha spiegato il Ministro – purché va incontro alle riserve legali di regolazione dell’Unione europea. Gli americani stessi si rendono conto che per arrivare ad un risultato c’è bisogno di collaborazione”. La soluzione potrebbe anche andare nella direzione di far nascere “un veicolo ad hoc, con una governance ad hoc, per gestire questa forma di prestito”. Sul fronte bancario, Panetta in conferenza stampa ha riferito che “le banche centrali non hanno perplessità” sull’utilizzo delle attività finanziarie sequestrate alla Russia per sostenere l’Ucraina, ma “hanno fatto presente due elementi”. Il primo è “avere una base legale più solida, perché sarebbe paradossale se reagissimo a una violazione del diritto internazionale adottando una misura senza senza base legale”.Il secondo elemento è “valutare i pro e i contro di queste misure”, perché “vi possono essere ripercussioni sul funzionamento del sistema monetario internazionale da cui potrebbe derivare l’indebolimento di una importante arma di pressione per il rispetto del diritto in futuro”. Marchenko, alla fine del summit Finanze si è dichiarato “soddisfatto dei progressi fatti e delle dichiarazioni dei ministri” tutti d’accordo a garantire all’Ucraina il sostegno economico di cui ha bisogno. Il ministro ucraino ha poi rimarcato che data l’alta probabilità che la guerra si prolunghi, in base alle stime attuali sul 2025 il Paese avrà un gap sui finanziamenti per la spesa sociale pari a circa 10 miliardi di euro. Infine “è importante dare un segnale che non stiamo combattendo solo per l’Ucraina, per questo ci serve il sostegno”. L’altro tema in agenda al G7 Finanza, quello sulla global tax, Giorgetti ha dovuto registrare che “siamo ad un binario quasi morto. Ma dobbiamo alimentare la speranza”. Difficile, a questo punto, arrivare ad un accordo. Anche per le riserve di India e Cina, ha concluso il ministro “la dead line di giugno rischia di essere mancata”. La Russia è pronta a reagire alla decisione degli "Stati ostili" di utilizzare i ricavi ottenuti dagli asset russi congelati. Lo ha detto il ministro delle Finanze russo Anton Siluanov citato da Interfax. "Ora dicono 'Ok, a quanto pare per ora non prenderemo le riserve di oro e valuta estera, non le toccheremo, ma reindirizzeremo i profitti dal loro utilizzo agli scopi da loro stabiliti'. Noi possiamo fare lo stesso, abbiamo tutte le opportunità, abbiamo soldi congelati sui conti. Abbiamo anche degli asset e riceviamo delle entrate. Se ci sarà una decisione, faremo lo stesso, risponderemo con la stessa moneta", ha detto Siluanov. Sequestrati dalla guardia di finanza di Firenze beni per 41 milioni di euro ad un uomo di affari russo, su richiesta di assistenza giudiziaria internazionale inoltrata dalla procura specializzata in anticorruzione di Kiev, in Ucraina. I beni sequestrati, immobili e quote societarie, sarebbero frutto del reinvestimento di proventi illecitamente accumulati. L'uomo d'affari risulta indagato per i reati, commessi in Ucraina, di corruzione di pubblici funzionari, frode ai danni di una società pubblica ucraina attiva nella commercializzazione di prodotti agricoli per un ammontare di oltre 60 milioni di dollari, e riciclaggio. I riscontri hanno consentito di acclarare che il russo, reinvestendo parte dei proventi illecitamente conseguiti, detiene, tramite una fiduciaria con sede in Firenze, la titolarità dell'intero capitale di una società proprietaria di un esteso e lussuoso complesso immobiliare nel capoluogo toscano. In particolare, tra i beni oggetto di sequestro figurano quote societarie, dal valore nominale di 3 milioni di euro, e quattro unità immobiliari, dal valore di quasi 38 milioni di euro. 

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