giovedì 11 luglio 2024

Sospette tangenti da Esselunga

[Io vidi Berlino e m’impressionò enormemente. Per la prima volta percepivo il ritmo, l’ebbrezza e il fermento della metropoli. Gerhart Hauptmann, poeta, drammaturgo e romanziere tedesco del ventesimo secolo.] I giudici del Riesame del tribunale di Genova hanno respinto l'istanza di revoca degli arresti domiciliari per il governatore Giovanni Toti, arrestato il 7 maggio scorso con l'accusa di corruzione. Toti resta dunque in stato di detenzione nella sua casa di Ameglia (La Spezia).  "In merito a quanto emerso oggi sugli organi di stampa, Esselunga precisa che l'acquisizione di tutti gli spazi pubblicitari a livello nazionale e locale, compresi quelli negoziati con Primo Canale, è gestita dalla società specializzata Media Italia SpA, che ha un mandato annuale con Esselunga e non è parte del Gruppo. Le fatture vengono quindi emesse da Media Italia a Esselunga e iscritte regolarmente a bilancio.L'Azienda precisa che il Codice etico e di comportamento e la compliance di Gruppo non consentono in alcun modo di finanziare partiti politici o campagne elettorali".     Gli investigatori che indagano per corruzione a Genova ipotizzano che l'ex consigliere di Esselunga Francesco Moncada non abbia fatto destinare in modo corretto a bilancio il contratto firmato con l'emittente televisiva Primocanale.     Moncada, che si è dimesso dall'incarico ed è tuttora destinatario di una misura interdittiva, è indagato per il finanziamento occulto alla campagna elettorale di Giovanni Toti per Marco Bucci relativa alle elezioni comunali del 2022.     Secondo l'accusa Moncada avrebbe finanziato in modo occulto i passaggi pubblicitari della lista 'Toti per Bucci' sul maxischermo di Primocanale in cambio di agevolazioni da parte della Regione Liguria nell'insediamento di due supermercati Esselunga a Sestri Ponente e a Savona. "Tutti sapevano che andavo a Montecarlo, ho avuto una condotta non idonea a un presidente dell'Autorità portuale, ma non ho asservito le mie funzioni alle richieste degli imprenditori". Sono frasi di Paolo Emilio Signorini, l'ex presidente dell'Autority ed ex ad di Iren, che emergono dalla carte depositate dalla Procura di Genova al Riesame. Signorini è in carcere dal 7 maggio per corruzione nell'ambito dell'inchiesta che ha portato ai domiciliari il presidente della Regione Liguria. "Toti - ha messo a verbale Signorini - mi poteva chiamare 4-5 volte all'anno per sapere a che punto fosse una pratica". E a domanda specifica dei pm se è normale che "un presidente di Regione chiami per accelerare una pratica?", risponde che "chiunque lo chiamasse lo faceva per accelerare una pratica". "Io avevo come obiettivo di evitare i contrasti tra concessionari. Da presidente del porto non è facile trovare un equilibrio".     Davanti ai pubblici ministeri Federico Manotti e Luca Monteverde Signorini ha respinto le accuse di corruzione, cercando di dare una sua spiegazione. E così ammette di avere pagato personalmente solo due dei 22 soggiorni all'Hotel de Paris di Montecarlo, perché "mi veniva detto da Spinelli che era tutto pagato dal Casinò". Il viaggio per Las Vegas era stato pagato "in parte con la carta di credito e in parte con le vincite al Casinò". Vincite registrate che però gli investigatori hanno quantificato in soli 2.099 euro. "Le altre le avevo ritirate a nome di Spinelli perché non ero registrato ed entravo come suo ospite".     Ai magistrati che gli chiedono della proposta di Spinelli di trovargli un incarico da 300 mila euro alla fine del suo mandato al porto, Signorini risponde che "è una cosa da fantascienza.     Lui sapeva che io ero incompatibile. La conversazione che avete intercettato è una boutade priva di concretezza".Il giudice per le indagini preliminari Paola Faggioni ha respinto l'istanza di revoca della misura interdittiva disposta nei confronti di Francesco Moncada, ex consigliere del cda di Esselunga. Moncada è coinvolto nell'inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari, dal 7 maggio, il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. Il manager aveva reso spontanee dichiarazioni davanti al giudice, affermando la propria innocenza e di aver agito "sempre nel pieno rispetto della legalità e in assoluta trasparenza".     Il gip, nel suo provvedimento di rigetto, ha sottolineato come l'istanza presentata dai legali sia fondata solo sulle dimissioni dal cda di Esselunga ma che "permangono i gravi indizi di colpevolezza non essendo stati rappresentati elementi idonei a modificare il quadro di pericolosità sociale". Inoltre, "permangono tuttora, concrete e attuali, le esigenze connesse al pericolo che una ripresa dei rapporti con le persone coinvolte nell'attività corruttiva possa agevolare la ripetizione dei reati della stessa specie".     Le sopravvenute dimissioni, continua il gip, "non offrono idonea garanzia che il predetto si astenga dalla commissione di analoghi reati, tenuto conto della possibilità che Moncada - giovandosi del legame familiare con la legale rappresentante della Esselunga - ben potrebbe nuovamente acquisire altri incarichi dentro la società".     Per l'accusa, il manager avrebbe dato finanziamenti illeciti al partito di Giovanni Toti e in cambio avrebbe avuto una agevolazione nelle pratiche per aprire i supermercati a Genova, Savona e Rapallo.

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