mercoledì 17 luglio 2024

Gli editti di Schifani

[Nel giro di pochi istanti il lamento delle sirene antiaeree lacerava il silenzio dello Yom Kippur: Israele era in guerra.] Divieto di lavoro in Sicilia nelle ore e nei giorni più caldi per alcuni settori a rischio. È quanto prevede un'ordinanza urgente firmata dal presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, valida con efficacia immediata, e fino al 31 agosto 2024, per gli addetti nei settori agricolo, florovivaistico, edile e affini che svolgono attività fisica intensa e in prolungata esposizione al sole. Negli affini dobbiamo considerare anche gli operatori aeroportuali? Se sì gli apt di Trapani, Palermo e Catania sono da considerarsi chiusi    dalle 12,30 alle 16. Proprio nei giorni dell’editto Schifani i vertici della Alcamo sempre capitale sono andati in missione a Catania presso l’apt. L’alto tasso di assenteismo ha determinato la missione impossibile preparata in poche ore, nella fretta si sono dimenticati i tre catanesi che da tempo sperano di lasciare l’apt di Palermo per raggiungere Catania. Certo si potevano portare anche il coccodrillo di turno ma è stato meglio non esagerare. Scene che avrebbero visto dirigenti scaricare bagagli, fare pulizie … in soccorso di apnea. Per fortuna che Schifani dalle 12,30 alle 16 ha sospeso le attività.  Schifani dice: “Si tratta di un provvedimento urgente che ho assunto in piena autonomia per tutelare la salute dei lavoratori più esposti al sole in questa fase in cui la Sicilia è interessata da un'eccezionale ondata di caldo, con temperature elevate e alto tasso di umidità. Per chi opera in queste condizioni in ambienti esterni i rischi sono elevatissimi: gli effetti dei colpi di calore possono anche essere letali”.     L'ordinanza, in particolare, prevede che su tutto il territorio siciliano, dalle 12,30 alle 16 vengano sospese le attività nei giorni in cui la mappa dell'Inail (pubblicata sul sito Worklimate) segnali un rischio "alto". Per quanto riguarda le operazioni di pubblica utilità, i datori di lavoro dovranno adottare misure organizzative per salvaguardare i livelli minimi delle prestazioni dei servizi essenziali. 

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