mercoledì 26 giugno 2024

3 promesse di Bibi

[Non andare a Torino. A nessun costo.Franz Kafka] "Siamo impegnati a sostenere la proposta israeliana accolta con favore dal presidente Biden. La nostra posizione non è cambiata". Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu intervenendo alla Knesset. "Vi prometto - ha detto - 3 cose: la prima è che non finiremo la guerra finché non avremo indietro i nostri ostaggi, vivi o morti. La seconda, che non contraddice la prima, è che non vi porremo fine finché non elimineremo Hamas e finché non riporteremo sani e salvi i residenti del sud e del nord alle loro case". "La terza - ha concluso - è che ad ogni costo e in ogni modo, contrasteremo le intenzioni dell'Iran di distruggerci". Hamas ha rilasciato una dichiarazione in cui descrive le recenti osservazioni di Benjamin Netanyahu come dimostrazione che il primo ministro israeliano vuole solo un "accordo parziale dopo il quale la guerra riprenderebbe" e non la proposta che l'amministrazione Biden "ha cercato di vendere". "La nostra insistenza affinché qualsiasi accordo includesse un cessate il fuoco permanente e un ritiro completo" delle forze israeliane "era necessaria per bloccare il percorso di Netanyahu", aggiunge Hamas in un comunicato citato dai media arabi. Ieri il premier israeliano ha detto all'emittente Channel 14 che accetterà di sospendere temporaneamente i combattimenti nella Striscia di Gaza per il rilascio di alcuni ostaggi ma che non porrà fine alla guerra finché Hamas non sarà distrutto. In tarda serata poi l'ufficio di Netanyahu ha affermato che è il movimento islamista e non Israele a rifiutare l'accordo di tregua. Secondo Politico, la Casa Bianca è preoccupata per l'imminente discorso di Benyamin Netanyahu a una sessione congiunta del Congresso americano, ritenendo che il primo ministro israeliano potrebbe utilizzare il suo intervento per criticare il presidente Joe Biden per non aver sostenuto abbastanza la ritorsione contro Hamas a Gaza. Il discorso, previsto per il mese prossimo, potrebbe creare uno spettacolo diplomaticamente complicato e politicamente rischioso per un presidente in corsa per la rielezione.     I timori sono cresciuti negli ultimi giorni quando Netanyahu ha rilasciato una serie di dichiarazioni pubbliche - inclusa una in un discorso video in inglese - accusando l'amministrazione di trattenere più aiuti militari di quanto sia stato pubblicamente divulgato."La consegna degli aiuti a Gaza è impossibile: nulla entra e una parte degli aiuti marcirà presto, sarà perso. E anche quel poco che entra non può essere distribuito, perché la società civile è stata distrutta. Il piano Biden non viene attuato, per mancanza di sostegno da entrambi i lati". Lo ha detto l'alto rappresentante Ue Josep Borrell tratteggiando uno scenario tragico sul terreno. "Questo weekend è stato tra i più sanguinosi dall'inizio del conflitto e il rischio di un contagio nel sud del Libano è ogni giorno sempre più grande", ha messo in guardia. L'esercito israeliano sta continuando le sue operazioni a Rafah nel sud di Gaza dove è in azione la 162/esima divisione. Lo ha fatto sapere il portavoce militare secondo cui i soldati "hanno preso munizioni e distrutto imbocchi di tunnel del terrore".     L'esercito - secondo la stessa fonte - sta proseguendo anche nel centro di Gaza e aerei israeliani hanno distrutto "decine di obiettivi di Hamas" nella zona.  Le Forze di difesa israeliane (Idf) affermano di aver ucciso ieri in un raid di droni sulla città di Gaza un membro della Jihad islamica, che Medici senza frontiere (Msf) ha invece identificato come membro del suo staff.    Le Idf assicurano che Fadi Jihad Muhammad al-Wadiya era in particolare coinvolto nello sviluppo dei sistemi missilistici dei miliziani islamisti. Msf afferma invece dal canto suo che il 33enne era un fisioterapista che lavorava con l'organizzazione umanitaria dal 2018.     In un post sul suo account X, Msf ha postato una foto in camice di al-Wadiya specificando che l'uomo è stato ucciso insieme ad altre cinque persone tra cui tre bambini mentre andava in bicicletta alla clinica dove lavorava. "Siamo indignati e condanniamo fermamente l'uccisione del nostro collega", si legge nella nota. Si tratta della sesta uccisione di un membro dello staff di Msf a Gaza dal 7 ottobre 2023, secondo la stessa organizzazione umanitaria.     Le Idf hanno risposto a loro volta con un post su X.     "Controllate sempre per vedere chi state assumendo - scrivono le forze armate israeliane -. Il vostro collega è stato un importante terrorista della Jihad islamica. Ha portato avanti il sistema missilistico dell'organizzazione terroristica ed era noto anche per mettere in pericolo la vita dei civili. È solo un altro caso di terroristi che a Gaza sfruttano la popolazione civile come scudi umani". 


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