[A ghjastema volta e ghjira, volta in capu à chi la tira. La bestemmia si volta e vira, torna in testa a chi la tira] La trama è quella di un film ormai visto e rivisto. In Austria oggi si tengono le elezioni federali e la destra estrema del Partito della Libertà (Fpo) è in testa ai sondaggi, replicando così l'exploit delle europee. Fondato negli anni Cinquanta da ex ufficiali nazisti, il Freiheitliche Partei Österreichs ha vissuto diverse stagioni - negli anni '80 fu persino alleato dei Socialdemocratici, quando visse una fase moderata - ma dalla segreteria di Jörg Haider in poi milita su posizioni nettamente nazionaliste ed anti-Ue, tanto che a Bruxelles si teme l'ennesima spallata destabilizzante. Non a caso la campagna elettorale è stata dominata dalla richiesta di misure draconiane contro la migrazione, compresa la richiesta di rimpatri forzati. L'Fpo, stando agli istituti demoscopici, viaggia intorno al 27%, seguito dai Popolari dell'Ovp al 25%. I socialdemocratici dell'Spo figurano invece terzi con il 21% delle preferenze. Sebbene i dati indichino che l'Fpo non raggiungerà la maggioranza assoluta - quindi dovrà negoziare con altri partiti per formare una coalizione di governo - i toni esasperati non lasciano presagire nulla di buono. Il programma elettorale di 90 pagine fa appello "all'omogeneità", impegnandosi a promuovere la "remigrazione", a ridurre la concessione dell'asilo e a bloccare il ricongiungimento familiare per le persone già presenti in Austria. L'Fpo, poi, si caratterizza per le sue posizioni filo-russe in materia di politica estera: la continuità territoriale di Vienna con la Slovacchi di Robert Fico e l'Ungheria di Viktor Orban costituirebbe un blocco populista molto omogeneo nel cuore dell'Europa centrale. Tutto però ruota intorno a Herbert Kickl, attuale leader dell'Fpo. Già ministro dell'Interno nel 2017, aveva mostrato il pugno di ferro sull'immigrazione, promettendo di trasformare l'Austria in una fortezza, e si era lanciato in un assalto frontale ai servizi di sicurezza, con il risultato che i partner occidentali avevano sospeso la condivisione dell'intelligence. I suoi piani bellicosi furono interrotti dalla caduta del governo, sull'onda dell'Ibiza-gate: nel maggio 2019, infatti, era emerso un video - girato nell'isola spagnola - in cui l'allora leader dell'Fpo si offriva di vendere favori politici a una donna che si identificava come la nipote di un oligarca russo. Ebbene. Se l'Fpo terrà fede alla logica dello Spitzenkandidat, confermando Kickl come il suo centravanti, i Popolari - a quanto si apprende - chiuderanno la porta e punteranno ad una coalizione con i Socialdemocratici e i Verdi (o i Liberali). Se invece lo sacrificheranno, allora l'Ovp potrebbe intavolare i negoziati, con l'obiettivo di normalizzare il partito e temperarne i bollenti spiriti. I Popolari, d'altra parte, potranno contare sulla sponda del presidente austriaco, Alexander Van der Bellen. Secondo la costituzione, il presidente nomina il governo e può respingere i candidati a cancelliere e a ministro: da ex leader del partito dei Verdi - con un'antipatia viscerale per l'Fpo - Van der Bellen non pare incline a permettere ad un ideologo di estrema destra di prendere il potere.
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