lunedì 22 aprile 2024

Ore contate per Rafah

[Napoli e Gerusalemme sono tutt’e due città dei ‘sangui’. Napoli per tutte le reliquie sanguinolente che vanno avanti e indietro dallo stato liquido a quello solido e Gerusalemme perché è chiamata in scrittura sacra ‘città dei sangui’. Erri De Luca, intervista su NanniMagazine, 2008]  L’offensiva israeliana a Rafah, nell’estremo sud della Striscia di Gaza, durerà “almeno sei settimane”, stando a quanto hanno riferito dal Wall Street Journal citando fonti israeliane ed egiziane. “Primo, avverrà. Due: avremo un piano operativo molto serrato perché lì è molto complesso. Tre, ci sarà una risposta umanitaria in contemporanea”, ha detto un funzionario della sicurezza israeliano confermando l’intenzione del governo di procedere, nonostante le obiezioni espresse dagli Stati Uniti. Stando a quanto riferito da funzionari egiziani informati dei piani israeliani, Israele si sta quindi preparando a evacuare i civili nella vicina Khan Younis e in altre aree, dove intende creare rifugi con tende, punti di distribuzione del cibo e strutture mediche come ospedali da campo. Le operazioni di evacuazione dei civili dureranno dalle due alle tre settimane e avverranno in coordinamento con Stati Uniti, Egitto e altri Paesi arabi, come Emirati arabi uniti. I funzionari egiziani hanno poi aggiunto che l’esercito israeliano entrerà gradualmente a Rafah, “prendendo di mira le aree dove Israele ritiene che si nascondano leader e combattenti di Hamas” e “i combattimenti dovrebbero durare almeno sei settimane”. La presidenza palestinese ha affermato in serata che l'approvazione da parte della Camera dei Rappresentanti americana di miliardi di dollari in nuovi aiuti militari a Israele segna "un'aggressione contro il popolo palestinese". Il denaro "si tradurrebbe in migliaia di vittime palestinesi nella Striscia di Gaza" e in Cisgiordania, ha precisato Nabil Abu Rudeina, portavoce del presidente palestinese Abu Mazen, definendola una "pericolosa escalation". Israele afferma che l'approvazione degli aiuti militari statunitensi da parte della Camera Usa "invia un forte messaggio ai nostri nemici". Gli aiuti Usa a Israele "difendono la civiltà occidentale": così il premier israeliano Benyamin Netanyahu commenta il via libera della Camera Usa al pacchetto di aiuti a Israele. Il ministero degli Esteri israeliano ha annunciato in serata la convocazione per domani degli ambasciatori dei Paesi del Consiglio di Sicurezza che hanno votato a favore dell'adesione a pieno titolo dei palestinesi alle Nazioni Unite. "Domani saranno convocati gli ambasciatori di Francia, Giappone, Corea del Sud, Malta, Repubblica slovacca ed Ecuador" e nei loro confronti "verrà espressa una forte protesta", ha precisato il ministero sul suo account X. Il presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese , Abu Mazen, ha dichiarato che "rivedrà" i suoi rapporti bilaterali con gli Stati Uniti dopo il veto posto da Washington all'ingresso a pieno titolo della Palestina nelle Nazioni Unite" in modo da garantire la protezione degli interessi della nostra gente, della nostra causa e dei nostri diritti". Lo riferisce l'agenzia palestinese Wafa. Il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, ha da parte sua criticato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan per aver incontrato a Istanbul il leader dell'ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh. "L'alleanza dei Fratelli Musulmani: stupri, omicidi, dissacrazioni di corpi e bambini bruciati", ha scritto Katz in un post su X, postando una foto di Erdogan e Haniyeh che si stringono la mano. "Vergognati, Erdogan!", ha aggiunto. L'incontro tra Erdogan e Haniyeh è durato oltre due ore e mezza. Al faccia a faccia, inizialmente previsto ad Ankara ma poi andato in scena a palazzo Dolmabahce di Istanbul, hanno preso parte anche l'ex numero uno di Hamas, Khaled Meshal, il capo dei servizi segreti turchi, Ibrahim Kalin, e il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan. I rappresentanti di Turchia e Hamas hanno parlato della situazione umanitaria a Gaza, delle difficoltà relative alla consegna alla popolazione civile degli aiuti umanitari, ma sopratutto della possibilità di giungere a un cessate il fuoco con Israele e delle crescenti tensioni tra lo Stato ebraico e l'Iran, uno dei principali alleati dell'organizzazione palestinese. Il presidente turco ha definito "vitale" l'unità dei palestinesi contro Israele e ha ribadito che senza la soluzione dei due  Stati la pace rimane "impossibile". "Stare uniti costituisce la risposta più forte a Israele. L'inizio di un percorso che porta fino alla vittoria sta nell'unità e nell'integrità del popolo. Israele pagherà per i crimini commessi", si legge in un comunicato della presidenza turca.


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