[La cattiveria è sempre autentica e sincera. Mason Cooley] Le avvisaglie non erano mancate, tanto che stamattina i corridori si erano riuniti per discutere della questione, ma forse nessuno si aspettava quel che è accaduto a Bilbao, dove una protesta pro-Palestina nella zona del traguardo ha costretto gli organizzatori ad accorciare e neutralizzare l'11/a tappa della Vuelta. Decine di manifestanti hanno invaso l'arrivo della frazione, la Bilbao-Bilbao, di 157 km, imponendo il cambio di programma, con il tempo finale preso a tre chilometri dal traguardo previsto. È il più grave degli incidenti provocati in questa edizione della corsa dai manifestanti, che hanno concentrato la loro attenzione sul team Israel-Premier Tech ma hanno anche più volte tentato di disturbare o fermare la corsa. Oggi, poco dopo le 17, è stato deciso, a scopo precauzionale e di sicurezza, a causa delle proteste dei manifestanti filo-palestinesi al traguardo, fronteggiati dalle forze dell'ordine, di accorciare la tappa. "A causa di alcuni incidenti al traguardo, abbiamo deciso di prendere il tempo a 3 km dal traguardo", hanno dichiarato gli organizzatori, mentre i manifestanti con bandiere palestinesi cercavano di spingere le transenne sulla strada per bloccare il rettilineo d'arrivo. Sul fronte sportivo, non c'è stato nessun traguardo da superare e nessun vincitore. Il britannico Tom Pidcock ha guadagnato qualche secondo in classifica, arrivando sul punto della neutralizzazione insieme con il leader della corsa, Jonas Vingegaard. Il danese ha ora 52'' di vantaggio su Joao Almeida e 56'' su Pidcock. Il primo allarme si una possibile protesta organizzata si era avuto già il 27 agosto, durante la crono a squadre nei pressi di Figueres, quando la squadra Israël-Premier Tech è stata rallentata nella sua azione. Un nuovo episodio c'è stato ieri, con i manifestanti che hanno tentato di attraversare la strada al passaggio del gruppo, causando la caduta dell'italiano Simone Petilli. "Capisco che la situazione non sia buona, ma ieri sono caduto a causa di una manifestazione - ha scritto Petilli sui social media -. Per favore, siamo solo ciclisti che fanno il loro lavoro e se continua così, la nostra sicurezza non sarà più garantita". Nella riunione di stamattina, molti altri corridori hanno espresso la loro preoccupazione. "Rispettiamo il diritto alla protesta pacifica ma le azioni che mettono in pericolo gli atleti sono inaccettabili", ha sottolineato Adam Hansen, presidente del sindacato dei corridori professionisti Cpa. Anche al Giro d'Italia c'erano state delle proteste Pro-Pal, ma senza provocare disturbi particolari alla corsa rosa se non in un singolo episodio a Napoli, mentre al Tour de France un attivista ha provato a interrompere l'arrivo della tappa a Tolosa ed è stato arrestato dalla polizia.
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