domenica 6 luglio 2025

America party in Italia

[Gli amici che contano sono quelli che puoi chiamare alle 4 del mattino. Marlene Dietrich] L'America party di Musk? "Non è una novità. Come la chiamate la nostra maggioranza" che "accetta di acquistare armi americane (perché quando parliamo del 5% del Pil, sono tutti protocolli di armi e industrie americane)" che dice che "il 10% di dazi sarebbe un'ottima soluzione...Il partito americano è già stato creato in Italia da questo governo" che ha "sudditanza" verso gli Usa. "Musk è arrivato secondo". Lo afferma il leader del M5s Giuseppe Conte al Forum in Masseria. I consigli di amministrazione delle società" di Elon Musk "vogliono che torni a guidarle.    Probabilmente non sono contenti dell'annuncio" di un nuovo partito. Lo ha detto il segretario al Tesoro Scott Bessent in un'intervista a Cnn. L'uomo più ricco del mondo ha fondato un nuovo partito politico che aspira all'80% dei voti "nel mezzo".L'America Party di Elon Musk nasce dalle sua frustrazione contro le eccessive spese del governo e contro quel Donald Trump che prima ha appoggiato senza se e senza ma, e al quale poi ha girato le spalle a causa del 'big beautiful bill'.    L'ambizioso progetto del miliardario, non nuovo a sfide ritenute impossibili, è destinato però a incontrare non poche difficoltà.     Pur aleggiando da decenni, l'idea di un terzo partito negli Stati Uniti infatti non è mai decollata. I partiti politici al di fuori del tradizionale bipolarismo esistono da tempo ma il loro appeal è sempre stato limitato, anche a causa di un sistema elettorale basato sul principio del 'chi vince prende tutto' che non favorisce i partiti terzi.     L'ultima volta che un candidato non repubblicano e non democratico ha ottenuto dei voti dei grandi elettori è stato nel 1968, quando cinque stati del sud furono conquistati dal candidato del partito indipendente George Wallace. Nel 1992 il miliardario Ross Perot ottenne quasi il 19% del voto popolare ma neanche un grande elettore. Nel 2000 Ralph Nader scese in campo per le presidenziali per il partito dei verdi: la sua candidatura, secondo molti osservatori, ha contribuito al testa a testa fra George W. Bush e Al Gore, con la Corte Suprema costretta a intervenire consegnando di fatto la vittoria a Bush.    La tentazione di rompere il sistema bipartitico americano è comunque di ben più vecchia data. Dopo sette anni da presidente fra il 1901 e il 1908, il repubblicano Theodore Roosevelt decise di ricandidarsi nel 1912 per sfidare William Taft, colui che aveva scelto come suo successore. Roosevelt non conquistò la nomination repubblicana e così decise di formare il partito progressista, noto come 'Bull Moose'. Alla fine al corsa alla Casa Bianca andò al democratico Woodrow Wilson: Taft ottenne il 23% dei voti popolari e Roosevelt il 27% e otto voti dei grandi elettori, divenendo il candidato di un terzo partito più di successo della storia americana.     Lo scarso appeal dei terzi partiti negli Stati Uniti è comunque solo uno degli ostacoli che Musk si trova ad affrontare. La lista è lunga e include anche le regole statali e della Federal Election Commission per la registrazione. Se i soldi non appaiono un problema, a sollevare dubbi sulla riuscita del progetto è il temperamento del miliardario, noto per i suoi obiettivi ambiziosi e per le richieste incessanti al suo staff.     Stakanovista per eccellenza, il patron di Tesla si troverà a dover tollerare un processo lungo e complicato per riuscire a inserire i suoi candidati nelle liste elettorali. I requisiti da soddisfare sono infatti molti e hanno già messo a dura prova molti candidati di terzi partiti. Durante le elezioni presidenziali del 2024 nessun candidato di parti terze è riuscito a comparire nelle schede elettorali di tutti e 50 gli stati. Non ce l'ha fatto Jill Stein del partito dei verdi e non ce l'ha fatta neanche Robert F. Kennedy Jr. Il rampollo di quella che è una delle più blasonate alla fine ha appoggiato Donald Trump invitando i sostenitori a ignorare il suo nome nelle schede degli stati in cui era riuscito a essere inserito. L'America Party di Elon Musk riaccende lo scontro fra il miliardario e Steve Bannon, l'ex controverso stratega della Casa Bianca. "Solo un straniero poteva farlo: un non americano che lancia l'America Party. Non è americano: è del Sud Africa", ha tuonato Bannon durante il suo podcast quando Musk ha lanciato il sondaggio chiedendo agli americani se volessero un nuovo partito. L'ex stratega si è spinto fino a dire che Musk dovrebbe essere deportato, facendo eco alle innumerevoli occasioni in cui ha chiesto che il miliardario fosse indagato. La riposta di Musk è stata altrettanto dura: "un grasso, ubriaco fradicio chiamato Bannon tornerà in prigione e questa volta per lungo tempo. Ha una vita di crimini da pagare". Non è la prima volta che il miliardario augura a Bannon di tornare in prigione.


Nessun commento:

Posta un commento