[Chi più desidera la libertà è colui che ne ha di meno. Timothy Garton Ash] Donald Trump attacca il giudice che ha sospeso le deportazioni dei membri di Tren De Aragua, una gang venezuelana designata dagli Usa come organizzazione terroristica, invocando i poteri di guerra dell'Alien Enemies Act del 1798 e lo accusa di volersi sostituire al presidente, sostenendo che dovrebbe essere messo sotto impeachment. "Questo giudice pazzo della sinistra radicale, un piantagrane e agitatore che è stato purtroppo nominato da Barack Hussein Obama, non è stato eletto presidente - non ha vinto il voto popolare (di molto!), non ha vinto tutti e sette gli stati in bilico, non ha vinto 2.750 contee contro 525, non ha vinto niente!", scrive su Truth. "Io - prosegue - ho vinto per molte ragioni, con un mandato travolgente, ma combattere l'immigrazione illegale potrebbe essere stata la ragione numero uno di questa vittoria storica. Sto solo facendo quello che gli elettori volevano che facessi. Questo giudice, come molti dei giudici corrotti davanti ai quali sono costretto a comparire, dovrebbe essere messo sotto impeachment!!! Non vogliamo criminali feroci, violenti e squilibrati, molti dei quali assassini fuori di testa, nel nostro paese. Rendiamo l'America di nuovo grande!!!". Ieri Pass, il sindacato americano che tutela gli specialisti in sicurezza dell'aviazione (Professional Aviation Safety Specialists), attraverso il commento del suo presidente nazionale David Spero, ha dato notizia del reintegro di 132 dipendenti in prova presso l'Faa (Federal Aviation Administration, l'agenzia statunitense che sovrintende all'aviazione civile), fra le centinaia di vittime dell'ondata di licenziamenti avvenuti lo scorso febbraio, che fece seguito ad una drammatica serie di incidenti aerei (il più grave fu la tragica collisione tra un aereo di linea ed un elicottero dell'esercito americano nei cieli di Washington Dc. Licenziamenti che rientrarono tra le prime misure adottate dalla nuova amministrazione Trump. Già allora Spero li definì: "una decisione presa frettolosamente" che avrebbe aumentato il carico di lavoro di una forza-lavoro (quella dell'Faa) già ridotta, facendo chiaro riferimento all'incidente di Washington e ad altri due nelle settimane che lo precedettero, come prova che non era il momento di tagliare il personale dell'agenzia. "Le decisioni sul personale dovrebbero essere basate sulle esigenze mission-critical di una singola agenzia. Fare altrimenti è pericoloso quando si tratta di sicurezza pubblica. Ed è particolarmente inconcepibile all'indomani di tre incidenti aerei mortali nell'ultimo mese", rincarò. Ieri dunque appreso del reintegro (grazie alla sentenza di un tribunale del Maryland), ha commentato: "È una notizia gradita aver appreso che, a partire da questa settimana, la Faa reintegra i 132 dipendenti che rappresentiamo e che erano stati sommariamente licenziati il 14 febbraio 2025, mentre erano nel periodo di prova. Essi riceveranno la retribuzione arretrata a partire dal 15 febbraio e dovrebbero riprendere il servizio il 20 marzo". Spero ha proseguito: "Mentre l’agenzia sta rispettando la sentenza di un tribunale del Maryland emessa la scorsa settimana, secondo la quale i licenziamenti in varie agenzie -incluso il Dipartimento dei trasporti-, erano illegali, noi sottolineiamo che questo rappresenta una vittoria per la sicurezza pubblica e per una forza-lavoro critica dedicata alla missione della Faa. Eliminare posizioni a casaccio ed incoraggiare le dimissioni ha un effetto demoralizzante sul personale. Il fatto che questi eccellenti dipendenti pubblici, molti dei quali sono veterani e tutti membri delle nostre comunità, possano ora tornare in servizio e riscuotere uno stipendio ben meritato per le loro competenze professionali, solleverà immensamente il loro morale e quello dei loro colleghi". "Ancora più importante -sottolinea il presidente del sindacato- sebbene la lettera di licenziamento indicasse che venivano allontanati per motivi di rendimento e 'non nell'interesse pubblico', Pass ha appreso da manager e supervisori che ciò non potrebbe essere più lontano dalla verità, e siamo lieti che la rimozione di tali comunicazioni, che facevano riferimento a false affermazioni sul rendimento, consenta a questi dipendenti di proseguire il loro pubblico servizio nel settore dell'aviazione senza questa infamante ed infondata macchia sul loro curriculum. Questi dipendenti hanno scelto di servire il loro Paese, ed ora potranno tornare al loro importante lavoro a favore del vasto pubblico del trasporto aereo americano".
Un giudice federale americano ha sospeso l'interdizione da parte dell'amministrazione Trump delle persone transgender nell'esercito, invocando il principio di uguaglianza. Citando la Dichiarazione d'indipendenza degli Stati Uniti, che afferma che "tutti gli esseri umani sono creati uguali", il giudice di Washington così ha fermato l'ordine esecutivo firmato a gennaio dal presidente americano."Per garantire di avere la forza di combattimento più letale al mondo, libereremo il nostro esercito dall'ideologia transgender", aveva affermato Trump il 27 gennaio. "L'espressione di una falsa 'identità di genere' diversa dal sesso di un individuo non può soddisfare i rigorosi standard richiesti per il servizio militare", si legge nel decreto firmato dal presidente Usa e poi contestato in tribunale da un gruppo di persone transgender. Secondo il giudice federale di Washington il decreto di Trump è "caratterizzato da ostilità" nei confronti dei transgender, senza alcuna giustificazione legale o razionale per la loro esclusione dalle forze armate.
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