lunedì 22 luglio 2024

Via da Khan Yunis

[È la tragedia di un destino, che condanna la pur tanto cresciuta Berlino a un continuo divenire, da insediamento slavo di pescatori a potente metropoli e capitale senza mai giungere al compimento del processo. Karl Scheffler, clebre critico d’arte d’inizio XX secolo] L'esercito israeliano ha chiesto ai residenti dei quartieri della parte orientale di Khan Yunis nel sud della Striscia di evacuare "temporaneamente" nella zona umanitaria di Al Mawasi sulla costa. Lo ha fatto sapere il portavoce militare sottolineando che l'area "è diventata pericolosa" in base a precise informazioni di intelligence che indicano che "Hamas ha posto infrastrutture terroristiche nell'area definita come zona umanitaria" con lanci di razzi verso Israele dalla città. La stessa fonte ha detto che presto l'Idf opererà contro queste "minacce". Sono almeno 45 le persone rimaste uccise nell’operazione lanciata oggi dalle forze israeliane nella zona orientale di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza. Lo ha detto il portavoce dell’ospedale Nasser, Mohamed Saqer, citato da Al Jazeera. L’ospedale Nasser è l’ultima grande struttura sanitaria funzionante nel sud di Gaza. L'esercito israeliano ha fatto sapere di aver individuato e distrutto a Rafah, nel sud della Striscia, numerosi tunnel. Lo ha detto il portavoce militare secondo cui sempre a Rafah "raid sono stati condotti contro una postazione di lancio di missili anti tank e un'altra cellula di uomini armati".     Le operazioni dell'Idf stanno continuando anche a Gaza City dove sono stati "uccisi numerosi uomini armati in scontri ravvicinati". Un alto funzionario di Hamas ha detto all'Afp, in forma anonima, che il movimento ha deciso di interrompere i negoziati sul cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, denunciando la "mancanza di serietà” e i "massacri" israeliani.     "Il capo dell'ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh - ha detto -, ha informato i mediatori e gli attori regionali in una serie di appelli della decisione di Hamas di interrompere i negoziati a causa della mancanza di impegno da parte di Israele e dei massacri contro civili disarmati".     Israele, da parte sua, non ha ancora ricevuto alcuna notifica da parte dei mediatori al Cairo dell'interruzione dei negoziati annunciata da un alto dirigente di Hamas dopo il raid a Mawasi contro Mohammed Deif. Lo riferisce Ynet secondo cui la valutazione di Israele è che, tuttavia, a breve termine i colloqui si fermeranno ma a medio e lungo termine la pressione militare su Hamas nella Striscia riporterà la fazione al tavolo negoziale.    "Mentre combattiamo una guerra giusta, difendendo il nostro popolo, la Francia ha adottato politiche ostili contro Israele. Così facendo, la Francia ignora le atrocità commesse da Hamas contro i bambini, le donne e gli uomini israeliani. Israele non parteciperà al quadro trilaterale proposto dalla Francia". Lo scrive su X il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant all'indomani delle dichiarazioni di Emmanuel Macron al G7 di Bari in cui ha evocato "una trilaterale Israele-Usa-Francia per portare avanti la road map" di Parigi per allentare le tensioni al confine Israele-Libano. Il quotidiano Yisrael Hayom, citando un “rapporto” non specificato, afferma che l’obiettivo dell’attacco nella zona di al-Mawasi, nel sud di Gaza, in cui almeno 30 persone sarebbero morte e circa 100 sarebbero rimaste ferite, era Mohammed Deif, il comandante dell’ala militare di Hamas. La notizia è stata ripresa dai principali quotidiani dello stato ebraico, senza però che vi sia stata ancora una conferma ufficiale da parte delle autorità israeliane. Un alto funzionario di Hamas ha detto all'Afp che il suo leader militare Mohammed Deif, è vivo, all'indomani dell'attacco israeliano ad al Mawasi, nella zona di Khan Younis, mirato alla sua eliminazione, in cui sono morte 90 persone. La dichiarazione è stata ripresa anche dai media israeliani.     "Il comandante Mohammed Deif sta bene e supervisiona direttamente le operazioni delle brigate al-Qassam e della resistenza", ha detto all'Afp, sotto la copertura dell'anonimato, un alto funzionario del movimento islamico palestinese.


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