venerdì 26 luglio 2024

Mossad a Roma domenica

[Piazza dei miracoli a Pisa. Uno spazio sospeso tra gli sguardi stupefatti dei visitatori, le macchine fotografiche che cercano di catturare nuove prospettive e il cielo azzurro come sfondo. E all’estremità, la torre pendente a rallentare ogni certezza, a darci il senso della precarietà e della bellezza. Fabrizio Caramagna] Il capo del Mossad David Barnea dovrebbe incontrare domenica a Roma il direttore della Cia William Burns, il premier del Qatar Mohammed bin Abdel Rahman al-Thani e il capo dell'intelligence egiziana Abbas Kamal per discutere dell'accordo sugli ostaggi. Lo riferisce su Walla il giornalista Barak Ravid che cita fonti israeliane e Usa secondo cui il premier Benyamin Netanyahu ha indurito le sue posizioni e per questo non si attende una svolta nei negoziati. Il premier israeliano Benyamin Netanyahu, incontrando Donald Trump a Mar-a-Lago, ha detto che Israele invierà una squadra negoziale ai colloqui per il cessate il fuoco a Roma "probabilmente all'inizio della settimana". Lo scrivono i media internazionali, tra cui il Guardian.     In precedenza, il reporter Barak Ravid aveva riferito sul portale Walla - citando fonti israeliane e Usa - che il capo del Mossad David Barnea incontrerà domenica nella Capitale il direttore della Cia William Burns, il premier del Qatar Mohammed bin Abdel Rahman al-Thani e il capo dell'intelligence egiziana Abbas Kamal per discutere dell'accordo sugli ostaggi. I presidenti di Russia e Siria, Vladimir Putin e Bashar al Assad, si sono incontrati al Cremlino: lo riferisce la Tass. "Naturalmente sono molto interessato a sentire la sua opinione su come si sta evolvendo la situazione nella regione" mediorientale "in generale.  Purtroppo mostra una tendenza al deterioramento", ha detto Putin ad Assad secondo Interfax. L'incontro è avvenuto ieri sera ma le immagini sono state trasmesse stamattina dalla televisione russa. Mosca potrebbe svolgere un ruolo di mediazione tra Siria e Turchia.  L'esercito israeliano ha recuperato nelle ultime ore nella Striscia di Gaza i corpi di cinque degli ostaggi rapiti il 7 ottobre. In un comunicato l'Idf elenca i loro nomi, alcuni dei quali già noto da ieri sera: Maya Goren, oltre ai soldati Ravid Aryeh Katz, Oren Goldin, Tomer Ahimas e Kiril Brodski. I resti sono stati portati in Israele, fa sapere l'esercito dello Stato ebraico. I corpi dei 5 ostaggi sono stati recuperati dalla 98ma divisione dell'Idf in un tunnel a Khan Yunis dove l'esercito in questi ultimi giorni è tornato ad operare. Decisive - è stato spiegato - sono state "precise informazioni di intelligence" da parte dello Shin Bet, ottenute anche attraverso gli interrogatori di miliziani di Hamas catturati a Gaza. I cinque israeliani furono uccisi durante l'attacco del 7 ottobre e i loro corpi trascinati a Gaza. "Continueremo a combattere Hamas fino alla sua sconfitta e siamo impegnati al ritorno a casa degli ostaggi". Lo ha detto il ministro della difesa israeliano, Yoav Gallant, dopo il recupero dei corpi. Gallant ha poi ringraziato l'Idf e le forze di sicurezza per aver portato a termine l'importante missione di recupero". Gli Hezbollah libanesi, alleati di Hamas e dell'Iran, hanno rivendicato stamani una serie di attacchi compiuti nelle ultime ore contro postazioni militari israeliane in Alta Galilea. I media libanesi riferiscono di attacchi da parte di Hezbollah lungo la linea blu di demarcazione nei siti di Malkiya, Birket Risha e Hanita. Gli stessi media affermano che Hezbollah ha sparato razzi terra-aria contro jet militari israeliani che hanno a più riprese violato lo spazio aereo libanese.  Le detenzioni segrete e le sparizioni forzate in Siria "preoccupano" il Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite, secondo cui la maggior parte delle sparizioni sono "attribuibili alle forze governative". Non a caso, si sottolinea le autorità hanno rilasciato quasi 1.700 certificati di morte di persone scomparse dal 2018, senza restituire i resti alle famiglie. Nel Paese, inoltre, non esiste un registro ufficiale delle persone scomparse e nessuna procedura giudiziaria per porre rimedio a tale violazione. Gli esperti dei diritti umani chiedono dunque a Damasco di far luce sulla sorte e sul luogo in cui si trovano le persone scomparse e, in caso di morte, di identificarle e restituire i loro resti.     Si tratta anche di garantire che le famiglie siano regolarmente informate sullo stato di avanzamento e sui risultati delle indagini. Il Comitato, che si è detto preoccupato per le denunce di "violazioni sistematiche" dei diritti umani, come "torture, detenzioni segrete, violenze sessuali, anche in aree in cui lo Stato membro esercita un controllo effettivo". Si invita Damasco a combattere l'impunità e a garantire che tutti i responsabili, se condannati, siano puniti in base alla gravità dei reati commessi.     Il Comitato ha specificamente invitato la Siria a condurre indagini rapide, approfondite e indipendenti su tutte le accuse di violazioni dei diritti umani commesse contro i civili durante il conflitto armato in corso. Significa anche responsabilità per gli autori di abusi, ma anche piena riparazione per le vittime o i loro familiari. 


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