martedì 16 luglio 2024

Blind trust per Brugnaro

[Per i guerrieri solitari del Mossad, invece, non ci sono scambi di prigionieri o ponti avvolti nella nebbia: pagano la loro audacia con la vita.]  "Stiamo valutando la correttezza della gestione del blind trust del sindaco, quindi l'avviso di garanzia è stato emesso a suo favore, per correttezza nei suoi confronti". Lo ha precisato il Procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi, parlando con i giornalisti sull'odierna indagine nei confronti del primo cittadino lagunare Luigi Brugnaro.     "Forse - ha aggiunto Cherchi - poteva anche non essere necessario, però per trasparenza dell'attività della Procura abbiamo ritenuto che fosse messo a conoscenza che stiamo valutando questo. Non c'è niente di segreto, per cui abbiamo ritenuto di poterlo fare, nonostante non sia stato attinto nemmeno da perquisizione", ha concluso.Renato Boraso, 56 anni, risiede nel quartiere veneziano di Favaro Veneto. Laureato in Economia Aziendale a Cà Foscari, dal 1993 ha svolto attività di consulente aziendale. È stato arrestato  con l’accusa di corruzione nell’ambito di una vasta indagine della Gdf che ha scoperto un giro di mazzette nella manipolazioni di alcuni appalti pubblici. Già nelle fila di Forza Italia, dal 1997 è sempre stato eletto consigliere comunale; nel 2005 è stato consigliere anziano e dal 2005 al 2010 Presidente del Consiglio Comunale. Alle elezioni comunali del 2015 si è presentato con una propria lista civica in appoggio al candidato del centrodestra Luigi Brugnaro, nella cui giunta è poi entrato come assessore a Mobilità, Infrastrutture stradali, Viabilità, Piano del traffico, Rapporti con le Municipalità e Rapporti con il mondo dell'agricoltura. Alle elezioni 2020 si è presentato ed è stato eletto nella lista civica di Brugnaro, ed è stato confermato in Giunta. È stato fissato per il 19/8 l'interrogatorio dell'ex assessore comunale alla Mobilità di Venezia, Renato Boraso, arrestato nell'ambito dell'indagine della Procura su presunte corruzioni all'interno dell'amministrazione.     Era stato lo stesso Boraso a chiedere all'inizio del mese di essere ascoltato dai sostituti procuratori Roberto Terzo e Federica Baccaglini, titolari dell'inchiesta. Il legale di fiducia, Umberto Pauro, aveva affermato che Boraso aveva studiato tutte le carte dell'indagine, e sarebbe pronto a "rispondere punto su punto" a tutte le accuse.     All'ex assessore sono contestati in tutto 11 episodi corruttivi, tra cui quello di una presunta tangente da 70mila euro legata alla vendita al ribasso al magnate singaporese Ching Chiat Kwong di palazzo Papadopoli, e altre vicende legate ad appalti per il conferimento di servizi o permessi di costruzione.

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