[A fami faci escia u lubbu di a tana. La fame fa uscire il lupo dalla tana.] La campagna contro Hezbollah con i raid e la decapitazione della milizia sciita, a partire dal leader Nasrallah, giova al gradimento del premier israeliano Benyamin Netanyahu, che dopo il 7 ottobre aveva avuto un crollo nel consenso e nell'immagine, da lui sbandierata, di 'Mister Sicurezza'. Un sondaggio pubblicato ieri dal canale israeliano Channel 12 ha mostrato che se si andasse al voto oggi, il Likud vincerebbe 25 seggi su 120 della Knesset, diventando il partito più grande. Netanyahu gode del 38% di sostegno, sempre secondo il sondaggio. "Gli scontri regionali sono positivi per Netanyahu - ha detto alla Cnn la sondaggista e analista Dahlia Scheindlin -. Sembrano essere chiaramente il fattore che ha contribuito alla sua ripresa". Nel novembre del 2022 Netanyahu aveva formato un governo di coalizione con l'estrema destra sulla scia dei 32 seggi che il suo partito si era assicurato alla Knesset. Dopo l'attacco di Hamas, una serie di sondaggi d'opinione suggeriva che se si fossero tenute le elezioni, il Likud avrebbe ottenuto solo 17 seggi, mettendo a repentaglio la sopravvivenza del governo. Gli ultimi attacchi sferrati contro il Libano hanno determinato un'inversione di tendenza. Sebbene il Likud farebbe ancora fatica a formare un governo se si votasse oggi, il gradimento del suo leader è risalito a livelli inimmaginabili subito dopo gli attacchi di Hamas di quasi un anno fa. Il Pentagono ha annunciato l'invio di "poche migliaia" di truppe in Medio Oriente per rafforzare la sicurezza ed essere pronti a difendere Israele se necessario. La vice portavoce del dipartimento della Difesa Sabrina Singh ha precisato che si tratterà per la maggior parte di più squadroni di aerei da caccia. "I jet saranno lì per la protezione delle forze statunitensi", ha aggiunto. Funzionari statunitensi hanno dichiarato ad Abc News che operazioni "su scala ridotta " dell'esercito israeliano in territorio libanese "potrebbero essere iniziate al confine con il Libano, o potrebbero essere sul punto di iniziare" per eliminare le posizioni di Hezbollah. Israele non sembra aver ancora deciso se lanciare un'operazione di terra, ma è pronto a farlo, hanno detto i funzionari, aggiungendo che se un'operazione di terra avrà luogo, la sua portata sarà probabilmente limitata. Siamo pronti ad affrontare Israele sul terreno se dovessero invadere il Libano. Lo ha detto il numero due di Hezbollah Naim Qassem in un discorso tv. "Israele non riuscirà a raggiungere i suoi obiettivi", ha aggiunto. Il defunto leader di Hezbollah, Hasan Nasrallah, ucciso venerdì scorso a Beirut da Israele, aveva predisposto piani alternativi perché Hezbollah possa continuare la sua azione di resistenza contro Israele a partire dalla sua leadership, ha aggiunto. Hezbollah - ha concluso Qassem - nominerà "il prima possibile" il nuovo segretario generale dopo l'uccisione da parte di Israele del defunto leader Hasan Nasrallah. "Abbiamo saldato i conti con i responsabili dell'omicidio di innumerevoli israeliani e di molti cittadini di altri Paesi, compresi centinaia di americani e decine di francesi", ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu questa sera, rilasciando una dichiarazione video appena tornato in Israele dagli Stati Uniti, dopo l'assassinio di ieri del segretario generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah. "Hassan Nasrallah era 'il terrorista', il motore centrale dell'asse del male dell'Iran. Lui e i suoi uomini erano gli artefici del piano per distruggere Israele. Non solo è stato attivato dall'Iran, molte volte ha attivato anche l'Iran", ha aggiunto Netanyahu. "Ho dato la direttiva e Nasrallah non è più con noi. La sua eliminazione favorisce il ritorno dei nostri residenti alle loro case nel nord, e promuove anche il ritorno dei nostri rapiti: più Sinwar vede che Hezbollah non verrà a salvarlo, maggiori saranno le possibilità del ritorno degli ostaggi". "Cittadini di Israele", ha continuato. "abbiamo grandi risultati, ma il lavoro non è ancora completo. Nei prossimi giorni affronteremo sfide significative", ha continuato il premier israeliano. Netanyahu, nell'insolita dichiarazione alla fine dello Shabbat, ha spiegato che "all'inizio della settimana ha riconosciuto che anche i pesanti attacchi che Israele aveva inflitto a Hezbollah non sarebbero stati sufficienti e che eliminare Nasrallah era una condizione essenziale per raggiungere gli obiettivi: riportare i residenti del nord sani e salvi alle loro case e cambiare l'equilibrio di potere nella regione per anni". Finché Nasrallah fosse stato in vita, "avrebbe rapidamente riabilitato le capacità di Hezbollah", ha detto. Il primo ministro si è poi rivolto all'Iran: "Chiunque ci colpirà, lo colpiremo. Non c'è posto in Iran o in Medio Oriente che il lungo braccio di Israele non possa raggiungere, e oggi sapete già quanto ciò sia vero. Siamo determinati a continuare a colpire i nostri nemici", ha aggiunto.
“Il popolo iraniano deve sapere: Israele è al vostro fianco”, ha dichiarato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu rivolgendosi ai cittadini iraniani in un video: “Ogni giorno, vedete un regime che vi soggioga, fare discorsi infuocati sulla difesa del Libano, sulla difesa di Gaza. Eppure, ogni giorno, quel regime fa sprofondare la nostra regione sempre più nell’oscurità e nella guerra. Quando l’Iran sarà finalmente libero e quel momento arriverà molto prima di quanto la gente pensi, tutto sarà diverso. I nostri due antichi popoli, il popolo ebraico e il popolo persiano, saranno finalmente in pace”.
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