domenica 21 aprile 2024

Nome del figlio …

[Gerusalemme appare non come una città che ha già raggiunto un ideale a cui tutti dovrebbero tendere, ma come il luogo in cui questo ideale è il più contrastato, è il più difficile, il più smentito dai fatti, e dove dunque l'accanimento della speranza che non cede è segno e stimolo per ogni altra città minacciata da conflitti ed inimicizie. Carlo Maria Martini, Verso Gerusalemme, 2004] È morto Vincenzo Agostino, 87 anni, che per tanti anni si è battuto per ottenere giustizia per la morte del figlio Nino, l'agente di polizia assassinato dalla mafia, assieme alla moglie incinta Ida Castelluccio, l'8 agosto del 1989.     Era conosciuto per il suo impegno e per la lunga barba bianca: l'avrebbe tagliata solo dopo che fosse stata fatta verità sui mandati del duplice omicidio e sul depistaggio delle indagini. Sua moglie, Augusta Schiera, era morta nel 2019, ma Vincenzo Agostino ha continuato senza sosta la sua battaglia fino all'ultimo. "Sono soddisfatto perché hanno condannato il macellaio di mio figlio e di mia nuora. Soddisfatto anche per mia moglie, desideravo tanto che ci fosse anche lei accanto a me. Ora toglierò la scritta sulla sua lapide, 'morta in attesa di verità e giustizia'. Ringrazio tutti in particolare l’avvocato (Fabio Repici) e soprattutto la magistratura. Finalmente si fa luce. Non soltanto per me e per la mia famiglia". Lo ha detto Vincenzo Agostino, papà di Nino e suocero di Ida Castelluccio, dopo la conferma dell'ergastolo, in appello, per il boss di Resuttana Nino Madonia, accusato dell'omicidio della coppia, avvenuto il 5 agosto 1989. L'uccisione dell'agente Nino Agostino: confermato l'ergastolo per il boss Madonia. Agostino - che ha assistito a tutte le udienze sia del processo in abbreviato a Madonia sia a quelle col rito ordinario a carico di Gaetano Scotto e Francesco Paolo Rizzuto - ha aggiunto: "Si sta avvicinando il giorno in cui potrei tagliare la barba (non si rade dal 5 agosto '89, il giorno del delitto) perché si avvia a conclusione anche il procedimento ordinario. In caso di condanna, quel giorno potrò mantenere la promessa che ho fatto sulla tomba di mio figlio. Intanto, Madonia resta in carcere, io spero che adesso decida di pentirsi e di raccontare tutto quello che sa". Flora Agostino, sorella dell'agente ucciso con la giovane moglie e il bimbo che portava in grembo, ha rivolto un pensiero alla madre: "Ho ascoltato la lettura della sentenza con la sua foto in mano, pensando a quanto sarebbe stata contenta. Il mio ringraziamento va innanzitutto ai miei genitori che non si sono mai fermati, da quel maledetto 5 agosto 1989, per la ricerca di verità e giustizia. Ai nostri avvocati, agli investigatori e ai procuratori che in questi ultimi anni hanno fatto sì che si potesse scrivere una pagina importante della storia del nostro paese".  

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