domenica 21 aprile 2024

2 terroristi a pranzo

[L'ingresso di Gesù in Gerusalemme assume il significato dell'incontro di Gesù con quella che era per gli ebrei la città per eccellenza, quella che gli arabi chiamano ancora oggi la santa, la città della promessa e della speranza. Carlo Maria Martini, Verso Gerusalemme, 2004] Oltre due ore e mezza di colloquio, a Istanbul, fra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il leader di Hamas Ismail Haniyeh con la sua delegazione; si sono incontrati al palazzo di Dolmabahce. Nella delegazione di Haniyeh anche Khaled Meshal, figura chiave nel gruppo militante palestinese.  Una sorella del leader dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, è stata incriminata con l’accusa di identificazione con un’organizzazione terroristica bandita e di istigazione al terrorismo. L’incriminazione contro Sabah al Salem Haniyeh, 57 anni, residente nella città meridionale di Tel Sheva, la accusa di aver inviato due messaggi WhatsApp a decine di suoi contatti, tra cui lo stesso Haniyeh, “lodando, incoraggiando e sostenendo” le azioni di Hamas del 7 ottobre, quando il movimento integralista islamico palestinese ha massacrato circa 1.200 persone, ne ha rapite altre 253 e ha commesso atrocità di massa nel sud di Israele. Il 10 ottobre ha inviato un messaggio a due gruppi WhatsApp, uno con 116 membri e l’altro con nove, dicendo loro di diffondere una preghiera che avrebbe aiutato a “distruggere il nemico”. La preghiera chiedeva a Dio di “disperderli e separarli e…distruggerli e distruggere i loro edifici…e avvicinare la loro fine e tagliare le loro vite e lasciarli occupati con i loro cadaveri e portarli via… O Dio contali e uccidili e non lasciare nessuno di loro. O Dio, fa la loro strage e tienici lontani dal loro male”. Per questo messaggio e per un altro inviato il 9 ottobre, la donna è accusata di due capi d’accusa per identificazione con un’organizzazione terroristica, che comporta una pena detentiva di tre anni in caso di condanna, e di tre capi d’accusa per istigazione al terrorismo, che comporta una pena detentiva di cinque anni. L’atto di accusa è stato depositato presso la Corte di Beersheba e l’Ufficio del Procuratore di Stato chiede che il tribunale ordini la detenzione di Sabah al Salem Haniyeh fino alla fine del procedimento giudiziario a suo carico.

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